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Gucci

Curiosità > Storie di Grandi Aziende


Il 10 settembre 2001, la francese Pinault Printemps Redoute (PPR), operante nel settore della grande distribuzione, si impegnò ad acquistare il 67% del gruppo GUCCI, la casa italiana di alta moda e articoli di lusso. Successivamente, la stessa PPR lanciò un'offerta di acquisto sulle azioni GUCCI presenti sul mercato al prezzo di 85,52 Dollari per azione.

Il 4 novembre 2003 i dirigenti e gli azionisti delle due aziende rimasero sbalorditi nell'apprendere che
il presidente Domenico De Sole e il vicepresidente Tom Ford avrebbero lasciato l'azienda nell'aprile del 2004. I due avevano ideato e diretto la trasformazione di GUCCI: da caotica impresa familiare sull'orlo del fallimento con un marchio notevolmente svalutato, ad agguerrito rivale di LVMH, potente gruppo del lusso.
Come direttore creativo,
Tom Ford era riuscito a portare il marchio GUCCI ai vertici del settore, organizzando sfilate di moda che erano praticamente concerti rock, usando nella pubblicità volti di personaggi famosi e reclutando giovani e dinamici stilisti.
La certosina pianificazione e l'accurata disciplina finanziaria, realizzate sotto l'abile guida di
De Sole, avevano consentito all'azienda GUCCI di affermare la propria presenza a livello mondiale, specialmente in Asia.
L'uscita di
De Sole e Ford fu un forte colpo per la controllante PPR.
In teoria era certamente possibile assumere un nuovo amministratore delegato e un nuovo direttore creativo ma, in pratica, talenti del calibro di
De Sole e Ford erano merce rara. Particolarmente rara era poi la combinazione di uno stilista e di un amministratore delegato che lavoravano assieme con l'armonia e condivisione di vedute di De Sole e Ford.
Quale impatto ne avrebbe subito il marchio GUCCI?
Grande preoccupazione destava la possibilità che
De Sole e Ford potessero fondare una nuova casa di moda che entrasse in diretta concorrenza con GUCCI. La reazione dei mercati borsistici non fu per nulla rassicurante.

Il 3 novembre 2003 (il giorno antecedente alla comunicazione delle dimissioni dei due manager), l'azione GUCCI quotava 86,10 Dollari. Tre giorni dopo la stessa azione era scesa al valore di 84,60 Dollari e, nei mesi successivi, essa fu scambiata sul mercato a circa 74 Dollari.

Ciò implicava che, senza De Sole e Ford, l'azienda valeva 1,2 miliardi di Dollari in meno.


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